I Cavalieri dell’inutile

Capita spesso di trovarmi a discutere con chi non condivide la mia stessa passione delle motivazioni per cui sarebbe opportuno dove possibile riaprire l’accesso ai Monti Sibillini.
Definizione che Lionel Terray aveva dato a se stesso ed ai suoi compagni d’avventura, quando ormai trovava superfluo spiegare il perche’ amava misurarsi con l’estremo, dove la voglia di scoperta era superiore alla paura.
-In queste condizioni dovete spiegarmi che motivo avete a dover salire sulle montagne-
Come se fosse prevedibile quando ci sarà un’altra scossa tra un’ora, un giorno, un mese un anno o venti anni!
Cosa dovremmo fare rimanere chiusi in casa(come se fosse più sicuro) ad aspettare la prossima?
Non voglio entrare nel merito del che cosa si sarebbe potuto fare, del cosa si potrebbe fare,
del cosa si farà, perche’ probabilmente molte cose non le conosco, o forse ho smesso di chiedere spiegazioni (anche a me stesso), poiche’ mi sembrano assurde tante cose.
L’errore grande però che si fa e’ pensare che qui non ci sia più nulla, e non e’ cosi.
Molte piccole attività con coraggio hanno ripreso a lavorare, ristoranti, qualche Bar sta riprendendo in modalità provvisoria ma comunque attiva, ed il modo migliore e meno ipocrita per aiutare questi luoghi a ripartire e’ continuare a fare ciò che più amiamo;
andare in montagna.
Non si tratta di far finta che nulla sia successo, bensi’ quello di un voler andare avanti comunque, il nostro modo di dire Ti amo alla nostra terra, che nonostante tutto noi continuiamo a fare ciò che più ci piace, e che ci permette di vivere degnamente.
Quindi chi camminando, chi servendo molte genziane e qualche caffe’ chi girando in bici o in moto, e chi servendo funghi, tartufi, salumi e amatriciane, saremo sempre a scambiarci informazioni preziose:
hanno riaperto questa strada...si può passare da qui...li’ e’ lunga....prova a fare cosi’.
In fondo Noi cavalieri dell’inutile siamo inguaribilmente romantici e profondamente testardi